Einaudi-Molari in Viaggio "per fare Memoria"
Viaggio della Memoria 2022 – Monaco, Dachau, Norimberga
CI PREPARIAMO AL VIAGGIO
![]() Dott.ssa Francesca Panozzo – Istituto Storico di Rimini |
Incontriamo la Dott.ssa Francesca Panozzo dell’Istituto Storico di Rimini, che ci presenta: La nascita del regime nazista attraverso una linea del tempo Norimberga, sede del potere, dei raduni, dei congressi e del processo ai gerarchi nazisti. La differenza fra campo di concentramento, campo di lavoro, campo di sterminio, campo di transito, campo per prigionieri di guerra, campo misto. |
![]() Adolf Eichmann |
Lavoriamo in classe con gli studenti: Lettura di alcune parti del libro di Hannah Arendt “La banalità del male”. Visione del documentario storico sul processo ad Adolf Eichmann. Visione dei film : “La banalità del male”, “ The Eichmann show , “La Rosa Bianca”, “Nuremberg”. |
Lavoro di ricerca sul territorio: Visita alla Rimini ebraica a cura di Francesca Panozzo Ricerca degli studenti su Guido Choen e la deportazione degli ebrei nel territorio dell’Emilia Romagna, su Achille Franchini, su Ezio Giorgetti (intervista alla figlia). |
LA RIMINI EBRAICA
![]() Lapide ebraica |
Noi partecipanti al viaggio della Memoria ci ritroviamo alle ore 16,30, in piazza Ferrari, davanti al Museo delle Città. Aspettiamo che arrivino tutti ed entriamo dentro il museo. Saliamo al secondo piano. Tutti in silenzio, mentre la “guida” ci mostra una lapide ebraica , scolpita nel 1510. Questa lapide è l’unico oggetto a testimoniare la presenza ebraica nella città di Rimini ed è scritta da destra a sinistra. Ogni lettera è scalpellata in modo da formare delle lettere romboidali in stile gemmato. In questa pietra si narra che è stata consacrata, in nome di Dio, impronunciabile in arabo, nessuno sa com’è pronunciato, ci sono semplicemente dei sinonimi, con un’unica lettera che lo indica. Sappiamo che è il nome di Dio perché sopra la lettera c’è un accento o dei puntini. La pietra ci racconta :” è stata consacrata a Dio a Bait ( la casa della riunione dove ci si ritrova a discutere e confrontarsi), una sinagoga, nell’anno in cui costruiranno i figli degli stranieri le tue mura.” L’anno si capisce con tre puntini sopra le lettere e quello ci fa capire che è un anno, la somma di quelle tre lettere è duecentosettanta, quindi duemiladuecentosettanta che corrisponde al 1510, anno cristiano. Si parla di Progrom verso gli ebrei che si sarebbe svolto a Rimini nel 1615, ma in realtà non è mai successo, c’è stato solamente l’abbattimento del ghetto. I motivi sono stati diversi: il primo per rendere più bella la città, il secondo per recuperare il materiale di costruzione e il terzo per togliere la memoria della comunità . Abbiamo un documento del 1015 che rivela che gli ebrei devono sorpassare la dogana per venire fino a Rimini. E qui la comunità è diventata stabile. Quando una comunità è stabile allora chiede al comune una parte di terreno per costruirci il cimitero. Gli ebrei vengono seppelliti in sottospecie di orti, così chiamati dagli ebrei. La zona in cui vengono ad abitare gli ebrei è il centro storico, si parla di una sinagoga, la prima, che verrà appellata in un altro momento come sinagoga vecchia, che si affacciava sulla piazza della fontana, all’ altezza e sul lato della vecchia pescheria. Per comprendere meglio l’insediamento ci spostiamo così in piazza Cavour, seduti sulle scale, di fronte alla fontana della Pigna. Della Sinagoga magna se ne parla in documenti del 1500, poiché la comunità si è ingrandita e c’è la necessità di costruirne un’ altra più grande. Il Papa, il 14 luglio, emanò una bolla in cui affermava che gli ebrei e non ebrei non potevano condividere gli spazi in cui abitavano. Impone che gli ebrei abbiano un segno distintivo, la stella o rossa o gialla, che serviva solo per distinguersi dagli altri. Decidono così di creare un altro ghetto. Ci siamo poi in seguito spostati per vedere dove fosse il ghetto. Ci siamo fermati in una via, che ad oggi non lo è più. Ma in realtà è un passaggio che ci porta in una via parallela. Il ghetto, per volere del Papa, aveva due cancelli che dovevano essere chiusi. All’interno viene riportato tutto ciò che serve alla comunità, compresa la sinagoga. Interessante vedere il Papa che specifica che se si fossero fatte più di una sinagoga, queste dovevano essere chiuse a parte una, la più modesta. Di fianco alla White Bakery, un ristorante di genere americano, si trovava una porta del ghetto . Non sappiamo esattamente dall’altra parte dove fosse il secondo cancello ma sicuramente sappiamo dove non può essere, perchè c’è una chiesa e la chiesa non può far parte del ghetto, infatti c’è una sbarratura. Da qui finisce il nostro tour con la gentilissima guida, che ci ha spiegato tutto nei particolari, attirando la nostra attenzione, incuriosendoci, facendo partecipare tutti noi ragazzi. |
GUIDO COHEN E LE DEPORTAZIONI
ACHILLE FRANCHINI
Ci sono vite straordinarie che si legano in profondità a una comunità fino al punto di divenirne parte, come quella di Achille Franchini, ad esempio. Una vita lunga, operosa, dedicata interamente alla professione medica e all’impegno civile e politico, rivolta a sollevare le condizioni della popolazione più povera, come gli dettava la coscienza di socialista umanitario.
LA STORIA DI EZIO GIORGETTI
La storia di Ezio Giorgetti, “GIUSTO FRA LE NAZIONI Nell’intervista rilasciata agli studenti dell’Einaudi Molari, Giovanna Giorgetti racconta la rischiosa missione di solidarietà del padre Ezio Giorgetti, albergatore di Bellaria, che nel 1943, salva 30 persone ebree (in massima parte donne, vecchi e bambini), più altre 8 che si aggregarono al gruppo per breve periodo, procurando loro rifugi e documenti falsi per alcuni mesi. Per questo atto di grande tenacia e coraggio, Ezio Giorgetti diventa il primo italiano ad essere nominato GIUSTO FRA LE NAZIONI. |
DIARIO DI BORDO
![]() Day 1 |
VIAGGIO DELLA MEMORIA: SI PARTE
Dal diario di bordo di Greta, Valentina e Rachele Questa mattina noi ragazzi e ragazze della 5A Molari siamo partiti insieme alla 5B 5C e 5D e 5F 5D 5E 5C e 5G dell’Einaudi per intraprendere quello che per molti sarà il primo e forse unico viaggio della memoria. L’incontro per noi alunni del Molari è stato alle 5 alla stazione di Santarcangelo, dove dopo mezz’ora circa è passato il pullman a prenderci. Dopo qualche peripezia durante il viaggio, siamo finalmente arrivati a Monaco e abbiamo incontrato la nostra guida Luigi, italo-tedesco, ma orgoglioso monacense, che ci ha spiegato la storia di questa meravigliosa città, nata come culla e crogiuolo di artisti e letterati e distrutta, in tutti i sensi, dalla follia di un artista fallito, datosi poi alla politica e mai preso troppo sul serio, se non quando ormai troppo tardi: Adolf Hitler. Domani, la tappa più tosta: campo di concentramento e museo di Dachau. Stay tuned! |
![]() Day 2 |
DACHAU: il sonno della ragione genera mostri
Dal diario di bordo di Benedetta, Fabio, Roxana, Daniela e Francesco In questa importante giornata, non sapevamo nemmeno noi cosa aspettarci, né tantomeno quali sentimenti avremmo potuto provare. Ma una volta all’interno ciò che ci ha pervaso totalmente è stata la sensazione di pesantezza, angoscia e tristezza. All’inizio il lager fu costruito con il fine di rieducare gli oppositori politici, poi, durante il tragitto abbiamo visto come si sia evoluto insieme alla mentalità nazista stessa: il campo non era un infatti considerato di sterminio, ma dalla testimonianza di Stanislav Zámečník abbiamo la prova certa che lì trovarono la morte almeno 41.000 persone, ne sono anche prova l’introduzione delle camere a gas e soprattutto dei forni crematori, usati anche allo scopo di cancellare le tracce di tortura sui prigionieri morti. Nella seconda parte della visita, ci siamo recati al poligono di tiro utilizzato dalle SS per l’addestramento con le pistole e i fucili. L’unica differenza, tra un poligono normale e questo, era il bersaglio utilizzato per le esercitazioni: gli oppositori sovietici. Vedere i fori di proiettili sulle pareti, e poter calcare i terreni su cui migliaia di persone sono state giustiziate a sangue freddo, ha fatto sì che riuscissimo a immedesimarci pienamente nella situazione. Emozioni intense, nuove consapevolezze..domani ci aspettano i luoghi dell’ origine e della conclusione di tutta questa follia: Norimberga. Stay tuned |
![]() Day 3 |
NORIMBERGA, KONGRESSHALLE, ZEPPELINFELD
Dal diario di bordo di Alice, Carlotta, Matilde Virginia Sofía Domenico Asia Sophia Riccardo Fabio Nilian Selgian e Lorenza La giornata è partita con aspettative alte che non sono state disattese. Subito siamo stati travolti dalle imponenti architetture naziste: il Kongresshalle Nurnberg e lo Zeppelinfeld. Lo scopo di questi edifici era soprattutto propagandistico, simboli grandiosi di una pazzia lucida. Davanti ad esse ci siamo sentiti piccoli e impotenti ma allo stesso tempo abbiamo compreso il significato politico dell’ideologia nazista. Al giorno d’oggi è difficile accettare che un monumento appartenente al nazismo ci influenzi ancora in questo modo e siamo riusciti a capire anche la dimensione persuasiva del potere di questa politica. Nella seconda parte della giornata ci siamo diretti al tribunale di Norimberga, simbolo dell’inizio e della fine del nazismo. Qui sono stati processati i più importanti gerarchi nazisti che hanno commesso crimini di guerra e contro l’umanità durante la seconda guerra mondiale. Siamo riusciti a rivivere quei terribili momenti immergendoci totalmente nel passato. É stata un’esperienza formativa che ci ha donato un bagaglio culturale importante che porteremo sempre nei nostri cuori. Domani sarà l’ ultimo giorno e concluderemo il tutto con la storia dei fratelli Scholl. Stay tuned again! |
![]() Day 4 |
MONACO, IL MUSEO DELLA ROSA BIANCA
Dal diario di bordo di Alex, Diego, Mattia e Martina ~ Come ultima tappa di questa interessante e riflessiva esperienza, abbiamo visitato il museo della Rosa Bianca, un gruppo di resistenza che non riuscì pienamente nel suo intento ma che comunque dimostró quanto un ideale possa rimanere nonostante coloro che “lo urlano” siano messi a tacere da una dittatura. Questo gruppo era composto da giovani studenti universitari: il professor Kurt Hubert, Willi Graf, i fratelli Hans e Sophie Scholl, Christoph Probst e Alexander Schmorell, la cui causa era effettuare una protesta/resistenza non violenta, studiando e leggendo saggi censurati dal regime e scrivendo 6 volantini anti-nazisti. Di tutti e 6 volantini, i primi 5 vennero cliclostampati e diffusi ovunque tramite la posta, l’ultimo invece venne distribuito nell’università stessa da Hans e Sophie Scholl che purtroppo vennero scoperti e arrestati il 18 Febbraio 1943. I nazisti temevano la loro tenacia giovanile che, nonostante le torture subite e gli interrogatori, preoccupó gli inquisitori nazisti tanto da zittirli con un processo-farsa e ghigliottinandoli insieme a Christopher Probst, dopo soli 4 giorni il 22 Febbraio 1943. Il loro sacrificio dimostra che nonostante la tirannia, con conoscenza e consapevolezza, si può dimostrare l’assurdità e incoerenza di presunti ideali discriminatori “banalmente malvagi” (cfr. Hannah Arendt). ~ «Fate resistenza passiva, resistenza ovunque vi troviate; impedite che questa atea macchina da guerra continui a funzionare, prima che le città diventino un cumulo di macerie…» (-Detto dall’interprete Julia Jenscht di Sophie Scholl nel film “La Rosa Bianca” del 2005) ~ Das Ende |
REPORTAGE VIDEO-FOTOGRAFICO
TESTIMONI DI CIO' CHE E' STATO E DI CIO' CHE ( CI ) E' RIMASTO